EMOZIONI, SENTIMENTI E STATI D’ANIMO

EMOZIONI, SENTIMENTI E STATI D’ANIMO

27 Luglio 2020 0 di Roberto Torresi

Le emozioni sono reazioni affettive intense, con insorgenza acuta e di breve durata, determinate da uno stimolo interno o esterno la cui comparsa provoca modificazioni a livello somatico (il corpo), psichico (la mente) e vegetativo (il sistema neuromotorio che governa le funzioni vitali sulle quali non abbiamo controllo volontario).

Le emozioni vengono distinte in primarie perché presenti fin dalla nascita (paura, rabbia, disgusto gioia e tristezza) e secondarie (ad esempio la vergogna, l’orgoglio, il senso di colpa…) che compaiono dopo i 18 mesi di età, quando il bambino inizia a sviluppare una prima consapevolezza di sé e, di conseguenza, delle aspettative normative del mondo esterno.

Le emozioni non sono necessariamente nemiche della ragione. La convinzione per cui se qualcuno usa le sue emozioni per prendere decisioni e non ha sangue freddo non sta svolgendo il suo lavoro in modo adeguato, riflette una visione incompleta dell’essere umano. Gli studi sull’intelligenza emotiva hanno dimostrato che chi è iper-razionale e cerca di elaborare le sue decisioni escludendo la componente emotiva è di fatto incapace di scelte corrette a livello adattivo, per il fatto stesso che sono incomplete.

Le emozioni di fatto hanno una fondamentale funzione evolutiva perché possono aiutarci a comprendere quali sono i bisogni insoddisfatti, quando sperimentiamo emozioni non piacevoli (rabbia, tristezza, paura, vergogna, senso di colpa…) e quindi provare a trovare delle strategie per soddisfarli; mentre connetterci con le emozioni piacevoli, come la gioia, la sorpresa, la soddisfazione, la gratitudine o l’euforia rappresenta un momento fondamentale per caricarci di energia positiva e rafforzare i legami affettivi con le altre persone.

Se le emozioni sono dunque delle reazioni psicofisiologiche immediate e automatiche, ovvero indipendenti dal pensiero, i sentimenti rappresentano un derivato dell’attività cognitiva per divenire consapevoli delle emozioni che si stanno provando, per attribuirgli un significato e generare scelte e condotte adattive. I sentimenti si formano gradualmente, spesso in occasione dei nostri rapporti con gli altri, come nell’amichevolezza/antipatia,  nell’altruismo/egoismo, nella collaboratività/competitività, nell’amore/indifferenza…

Le emozioni sono fugaci, passano molto velocemente nel nostro panorama mentale, mentre i sentimenti, grazie alla consapevolezza sottostante, possono essere coltivati, scegliendo di “nutrire” quelli più adattivi, rispetto a quelli che incrementano la sofferenza personale quando incontriamo esperienze dolorose.

Ne conseguono gli stati d’animo, quei tratti emotivi pressoché stabili e ricorrenti che determinano il nostro temperamento e le nostre caratteristiche di personalità, come l’essere apprensivi, irritabili, malinconici, fiduciosi, pessimisti, entusiasti… quelle tonalità affettive di base che contraddistinguono l’umore di fondo di un individuo.

Il benessere psicologico dipende molto dalla possibilità di riconoscere e dalla capacità di regolare le nostre emozioni che, come già detto, influenzano decisioni e comportamenti.

La storia personale di ogni individuo, ma anche il contesto sociale di appartenenza determinano le sue strategie di risposta, condizionandolo, ad esempio attraverso i giudizi sociali che si può temere di ricevere, a volte senza rendersene conto.

Per questo motivo, per evitare la sofferenza emotiva, si può ricorrere alla dinamica dell’evitamento, lottando contro alcuni aspetti della nostra esperienza interiore poiché sono giudicati sbagliati, inopportuni, inadeguati o cattivi. Il tentativo di sbarazzarsi di idee, pensieri ed emozioni che sono ritenuti inappropriati, in quanto non sono in linea con l’idea che abbiamo di noi stessi, è naturalmente vano e, piuttosto che ridurlo, fomenta il disagio affettivo di partenza.

Grazie alla meditazione di consapevolezza possiamo accoglierci al di là di stereotipi rigidi che abbiamo costruito su noi stessi, riconoscendo le proprie emozioni, accettandole così come sono, nella loro semplice, completa e totale realtà percettiva, senza re-agirvi immediatamente ed automaticamente, determinando, in questo modo, una libertà di azione creativa e adattiva. È per tale motivo che con la Mindfulness portiamo l’attenzione alle emozioni, oltreché alle sensazioni fisiche ed ai pensieri.

Attraverso la presenza mentale possiamo affinare la nostra capacità di riconoscere le emozioni quando sorgono ed osservarne anche la rapida estinzione, prima che si “stabilizzino” attraverso la catena dei rimuginamenti e delle reazioni che automaticamente vengono generate per respingere le emozioni spiacevoli e che producono attaccamento a quelle piacevoli, senza essere sopraffatti o trascinati da i vissuti che sperimentiamo.