VIVERE EMOTIVAMENTE INTERCONNESSI IL LOCKDOWN

VIVERE EMOTIVAMENTE INTERCONNESSI IL LOCKDOWN

16 Marzo 2020 0 di Roberto Torresi

Negli ultimi giorni a causa dell’emergenza Coronavirus ci è stata chiesta una progressiva e severa riduzione della libertà, fino ad arrivare al divieto di andarcene in giro, con la prescrizione di rimanere in casa.

È inevitabile che un cambiamento così repentino, quanto inaspettato, desti paura, creando le condizioni per accendere i riflettori sui fantasmi personali più spaventosi e lasciando spazio ad anticipazioni catastrofiche sul dopo pandemia in termini economici, sanitari, sociali e politici.

Accade che la capacità della mente di immaginare, influenzata dall’emozione della paura, scateni in noi scenari che richiamano ricordi sgradevoli del passato o attivi anticipazioni negative futuro, determinando uno stato di confusione fino ad aver “timore dei propri pensieri”, non controllando le emozioni né riuscendo a prendere decisioni sagge ed efficaci, mentre a livello fisico possiamo accorgerci come il respiro si contragga e tutto il corpo si irrigidisca.

Le pratiche di Mindfulness possono essere un valido aiuto per dimorare nel momento presente, entrando in contatto con i vissuti, anche quelli più difficili (vuoto, disperazione e solitudine) che si sperimentano in situazioni di stress importante, prolungato e del quale non se ne percepisce il termine.

Con la meditazione di consapevolezza possiamo osservare ed essere testimoni dei diversi stati emotivi che ci attraversano, momento per momento, senza identificarci e “farci portare via” da nessuno di essi, allenandoci ad abitare lo “spazio del possibile”, libero dalle paure e dagli schemi ripetitivi dei nostri copioni di vita.

Piuttosto che demonizzare le paure che avvertiamo, lasciandocene dominare, possiamo scegliere di  osservare le emozioni che sperimentiamo, permettendo che ci parlino e prendendocene cura per coltivare la resilienza.

Ci concediamo, in questo modo, di guardare da una prospettiva diversa il rimanere chiusi in casa: non come un’imposizione, un obbligo, ma come un’opportunità, un comportamento responsabile e altruistico. Approfittiamo di questa pausa dal fare compulsivo, dal “fuggire da noi stessi” – perdendoci di vista mentre passiamo da un’attività all’altra – e riuscendo ad incontrarci, a ritrovare noi stessi,  per prenderci cura della nostra salute, sviluppando la lucidità necessaria per essere utili quando serve, per ascoltare le indicazioni scientificamente attendibili e per essere interconnessi col resto del mondo. Soli fisicamente, ma non isolati psicologicamente.

Le pratiche meditative rappresentano una pausa nel mondo, non una pausa dal mondo. Sono una forma potente di nutrimento affettivo, seduti senza l’ossessione del “fare” sperimentiamo la compagnia di noi stessi, dimorando nella dimensione dell’ “essere” e diventando consapevoli del potere che ognuno di noi ha sulla propria vita, a prescindere dai vincoli e dagli impegni in cui è implicato.

Allo stesso modo potremmo considerare che quando #iorestoacasa posso scegliere di trovare una dimora alla mente, rassicurandola, osservando il tempo interiore, rispettando i tempi morti per quello che sono, senza affannarmi cercando di riempirli a tutti i costi, confuso, con le energie risucchiate e l’anima spenta. 

Nella relazione con l’Altro, il diverso-da-noi, possiamo ri-conoscere chi siamo, attraverso uno scambio gratuito generato dalla reciprocità  affettiva; sovente, invece, accade che lo “utilizziamo” ricercando nell’interlocutore una conferma dell’immagine che abbiamo di noi stessi, potente, amabile, generosa, protettiva…

Approfittiamo di questo tempo in casa per  trovare il benessere e la pace in noi stessi, lasciando andare la convinzione che la felicità dipenda dal sentirci realizzati, dall’avere successo, dall’essere amati dagli altri. 

Mi sembra che qualche giorno di chiusura nelle case già stia producendo effetti creativi con i flashmob che stanno realizzandosi in tutta Italia, rappresentando, nella semplicità e nella spontaneità del gesto, quel senso di coesione e di unità utile per trasformare la condizione di deprivamento della libertà personale, necessaria per affrontare efficacemente a livello sociosanitario il Covid-19.

Palazzo Mignanelli, Roma

Al proposito mi sembra molto significativo questo messaggio letto dal Web.

#Repost @fabriziocolica

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Mia mamma questa mattina, in questo momento di paure e disagi, ha scritto su Facebook queste parole. Sono parole di conforto e sostegno, che vengono da una persona costretta all’immobilità da ormai 14 anni e che, paradossalmente, ci possono essere di aiuto. Io ho l’onore di sentirle spesso e ho il dovere di condividere con voi.

“Ciao a tutti!

Per chi non lo sapesse sono tetraplegica e con tracheostomia, poiché affetta da SLA dal 2006. Certo quando ho ricevuto la diagnosi non ho saltato di gioia ma sentivo che ciò voleva dirmi qualcosa, voleva svegliarmi da un falso benessere; ho incontrato anche persone che confermavano questa mia percezione tra cui un grande sacerdote (Angelo Benolli), Il quale mi ha aiutata ad avere luce su come è facile ingannare la vita, la persona, senza rendercene conto; ho avuto luce su come è importante  essere autentici, su come è importante rispettarsi vedendo e facendo fronte alle proprie ed altrui debolezze (e mai assecondarle!); Su come è fondamentale avere relazioni autentiche, profonde e di qualità; su come è importante la propria espressione; su come è importante testimoniare i propri passaggi di vita agli altri; su come è importante amare, fare la carità prima con se stessi e poi con gli altri; su come è necessario amare incondizionatamente salvando una vita dall’altra parte dell’emisfero terrestre perché pur essendo lontani l’amore ti ritorna.

Come è successo a me, con la malattia che ho incontrato, molte persone italiane ma anche di tutto il mondo stanno avendo l’opportunità, attraverso questo virus, di specchiarsi con la propria anima, il proprio bambino interiore, cercando di capire cos’è che vuole veramente, e l’opportunità di assecondare, di mettersi al servizio della propria anima, invece di farla adattare, integrare, ridurre …!

Sono sicura che se cogliamo tutto ciò, il virus sparira’ perché avra’ finito il suo compito, quello di svegliarci dalla “non vita”!”

@sciuto.laura

Passata questa emergenza incontrarci  ci farà assaporare di più la bellezza della libertà, le meraviglie degli affetti e lo stupore di un abbraccio.