GESTIONE PSICOLOGICA DEL COVID-19
Il timore oggettivo del “coronavirus” può diventare un problema soggettivo, quella che generalmente definiamo ansia, in relazione al vissuto psicologico, ovvero alle emozioni che il tema suscita nei diversi individui.
La “percezione del rischio” può essere distorta e amplificata sino a portare a condizioni di panico che non solo sono quasi sempre del tutto ingiustificate, ma aumentano i pericoli perché possono determinare comportamenti irrazionali ed un abbassamento delle difese, anche biologiche, dell’organismo.
E’ necessario pertanto non cercare di placare l’ansia inseguendo informazioni dai diversi media, soprattutto dai social, spesso amplificate ed incontrollate, ma affidarsi ai dati e alla comunicazione diffuse dalle autorità pubbliche e alle indicazioni di cautela e prevenzione in essa contenute, come ad esempio:
– Ministero della Salute:
http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus
– Istituto Superiore di Sanità:
https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/
È necessario sapere e ricordare che:
- l’eventuale esposizione al virus non è sinonimo di malattia,
- la contagiosità non equivale alla reale pericolosità per la salute umana,
- esistono indicazioni pratiche per ridurre il pericolo.
- avere timori e paure è normale, ma non ansia generalizzata, angoscia o panico, che non aiutano e sono controproducenti,
- un atteggiamento psicologico valido può aiutare non solo chi lo attua, ma anche le persone con cui è in relazione, innescando un circuito virtuoso, e aumentando il “quoziente di resilienza” dei singoli, della famiglia, della comunità.
Per chi volesse approfondire può scaricare il VADEMECUM PSICOLOGICO CORONAVIRUS
Il presente documento è un riadattamento delle indicazioni prodotte il 26.2.20, dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi per fornire un supporto alle autorità , ai cittadini e agli psicologi.